Studi germanici Logo
Arbeiter-Illustrierte-Zeitung

L’«Arbeiter-Illustrierte-Zeitung» (AIZ) è stata una delle riviste illustrate più diffuse degli anni della Repubblica di Weimar. Nata a Berlino come rivista di propaganda comunista, il suo sviluppo è strettamente legato al suo fondatore ed editore Willi Münzenberg.

Nel 1921, per sostenere il lavoro della IAH (International Workers Aid), un’organizzazione guidata da Willi Münzenberg e Clara Zetkin e ideata per combattere una dura carestia scoppiata in Unione Sovietica, venne promossa anche la creazione della rivista mensile Sowjet Russland im Bild (Russia sovietica in immagini). Con una tiratura iniziale di 10.000 copie, la rivista prese piede grazie alla partecipazione di collaboratori come Franz Höllering, Hermann Leupold, Maxim Gorki e Lily Becher. Con l’ascesa del nazismo la rivista si trasferì da Berlino a Praga e continuò a circolare clandestinamente fino al 1938.

Nel 1924, la rivista cambiò nome in Arbeiter Illustrierte Zeitung (AIZ) e Münzenberg invitò i lettori/operai ad inviare contributi fotografici per mantenere in vita la rivista. Sebbene presentasse principalmente articoli provenienti dall’Unione Sovietica e volesse sostenere i suoi lettori nella lotta di classe, l’«AIZ» non era un organo di partito.

La rivista non escludeva alcun ambito della vita dei lavoratori e, oltre alla propaganda politica, poneva l’accento anche sull’intrattenimento: dal 1930 apparvero i fotomontaggi satirici dell’artista grafico John Heartfield, occasione che permise di sviluppare ulteriormente i suoi fotomontaggi politici. La rivista introdusse inoltre i suoi lettori all’arte d’avanguardia dell’ambiente DADA. In breve tempo l’«AIZ» si trasformò in una rivista ad alta diffusione, tanto che nel 1933 furono vendute circa 500.000 copie settimanali e Willi Munzenberg fu consacrato come uno degli editori più importanti della Repubblica di Weimar. In quanto giornale comunista, in aperto contrasto al regime nazionalsocialista, l’«AIZ» dovette affrontare diverse persecuzioni. La direzione della casa editrice trasferì quindi la produzione della rivista a Praga nel febbraio 1933, mentre Münzenberg fuggì a Parigi. All’inizio la rivista continuò a pubblicare a Praga, rappresentando la resistenza contro il regime nazista. In questi anni furono stampate solo piccole edizioni e i numeri vennero contrabbandati illegalmente attraverso il confine. Con l’annessione nazista poi dei Sudeti nel 1938, il giornale fu ufficialmente interrotto.

Il progetto si propone di restituire agli studiosi il nucleo organico e completo dell’intera rivista, dal 1921 al 1938, in formato digitale su un portale interamente dedicato, operazione finora non realizzata da nessuno degli enti conservatori degli esemplari fisici. In questo caso la “copia digitale” dell’originale, se eseguita correttamente e con finalità di conservazione, assume valenza informativa e conoscitiva paragonabile a quella del bene stesso, rappresentandone caratteristiche materiali e stato della conservazione. Il progetto di digitalizzazione non presenta particolari complessità, se non quelle relative all’ubicazione dei diversi volumi. In fase di postproduzione delle immagini ottenute dalla digitalizzazione dell’AIZ, si prevede l’inserimento di elementi innovativi volti a migliorare l’accessibilità dei contenuti: tecniche hOCR per consentire la ricerca testuale del testo, oltre che favorirne la lettura con sistemi di traduzione automatica, estrazione della parte iconografica della rivista, per favorire uno studio figurativo della rivista.